martedì 24 giugno 2014

Scrittura e campionati di calcio: come imparare da una partita

Lo dico subito: non mi intendo di calcio e non ho una squadra del cuore. Da piccola tifavo “Juve, Juve” solo per adeguarmi alla totalità della mia classe. Tifavamo tutti (?) la stessa squadra per spirito di contraddizione nei confronti del maestro milanista. C’era un motivo economico sotto: quando capitava “Juve-Milan” e “noi” vincevamo, il maestro ci portava tutti al barettino dietro al parco delle scuole elementari e ci comprava il gelato. 
Ho poi avuto un periodo di "allenamenti" calcistici solitari che sono durati più o meno quanto la serie "Holly e Benji": finito il cartone, finita la passione. Quindi le mie conoscenze delle regole del calcio risalgono a quanto raccontavano nel cartone animato, se nel frattempo è cambiato qualcosa... addio, non ne so nulla.
Campo-calcio-vanillasnotes
Ph. credit qui

domenica 13 aprile 2014

Ernest Hemingway e il principio dell'iceberg

Dopo qualche settimana di assenza torno finalmente al mio blog. Ho dovuto affrontare richieste strampalate al lavoro che mi hanno succhiato energia ben oltre l'orario ordinario ovvero anche quando ero sotto la doccia, ai fornelli o a letto con gli occhi sbarrati. Il mio obiettivo ora è trascinarmi fino alle vacanze di Pasqua. Mi sento molto lombrico. 

Era però già da un po' che avevo in pentola uno schemino nuovo su una intervista di George Plimpton  a Ernest Hemingway. Per chi se la cava con l'inglese la trova qui sul sito della Paris Review. Altrimenti è possibile leggersela in italiano procurandosi questo simpatico librino "Il principio dell'iceberg. Intervista sull'arte di scrivere e narrare" pubblicato da Il Melangolo. 
immagine de il principio dell'iceberg di hemingway su vanillasnotes

venerdì 14 marzo 2014

Qualche consiglio da Raymond Carver

Oggi voglio parlare di uno dei miei idoli: Raymond Carver. Andando a zonzo sul sito di The Paris Review ho trovato una bella intervista che spiega anche un po' il metodo di lavoro dello scrittore.
Ne riporto alcuni estratti in lingua originale e a seguire la mia traduzione casalinga.
L'intervista completa è qui e vale proprio la pena leggersela. C'è molto da imparare.

Raymond Carver, The Art of Fiction No. 76
Raymond Carver, L'arte della narrativa, n. 76

Interviewed by Mona Simpson, Lewis Buzbee
Intervistato da Mona Simpson, Lewis Buzbee


The fiction I'm most interested in has lines of reference to the real world. None of my stories really happened, of course. But there's always something, some element, something said to me or that I witnessed, that may be the starting place. Here's an example: “That's the last Christmas you'll ever ruin for us!” I was drunk when I heard that, but I remembered it. And later, much later, when I was sober, using only that one line and other things I imagined, imagined so accurately that they could have happened, I made a story—“A Serious Talk.”* 

La narrativa che più mi interessa ha delle linee di congiungimento con il mondo reale. Nessuna delle mie storie è realmente accaduta, naturalmente. Ma c'è sempre qualcosa, qualche elemento, qualcosa che è stato detto o a cui ho assistito, che potrebbe diventare il punto di partenza [della storia]. Ad esempio: "Questo è l'ultimo Natale che ci rovini!" Ero ubriaco quando ho sentito queste parole, ma me le sono ricordate. E più tardi, molto più tardi, quando ero sobrio, utilizzando solo quella frase ed altre cose che ho immaginato, immaginato così accuratamente che sarebbero potute accadere, ho scritto un racconto, "Un discorso serio"* 

*In “Di cosa parliamo quando parliamo d'amore?” (What we talk about when we talk about love?)

Immagine di Raymond Carver su Vanillasnotes
Ph. credit qui

sabato 22 febbraio 2014

Romanzo o racconto?

“Scrivere narrativa” è un saggio di Edith Wharton che, tra tanti suggerimenti, spiega in modo chiaro la differenza tra la costruzione di un racconto e quella di un romanzo. E che differenza c’è? C’è, c’è, anche se non si vede ad un primo sguardo.
Il romanzo non è un racconto lungo, stiracchiato per le orecchie per aggiungere pagine tra l'inizio e la fine della vicenda e allo stesso modo il racconto non è un romanzo corto, condensato tramite tagli feroci per arrivare ad un concentrato di poche pagine. Sono proprio due “animali” diversi che hanno caratteristiche differenti e vanno pensati e costruiti in modo diverso. Di conseguenza quando abbiamo tra le mani un soggetto dobbiamo cercare di metterlo a fuoco e capire bene se per quel soggetto è più adatta la forma del racconto o quella del romanzo. Ma quali sono le differenze principali?
Immagine di Scrivere narrativa di Edith_Wharton_vanillasnotes


martedì 11 febbraio 2014

A spasso senza meta

Sabato scorso sono andata a farmi un giretto per Bologna. C’era un bel sole simil-primaverile, l’aria frizzantina e tanta gente a spasso qua e là per l’enorme isola pedonale. Passeggiare senza una meta precisa su e giù per le vie del centro, avendo il tempo di ascoltare qualche frase spezzettata senza la fretta dei giorni di lavoro fa sembrare piazza Maggiore un salottone pieno di bambini che corrono, artisti di strada che intrattengono i turisti e studenti che sfogliano libri sui gradini dei palazzi.
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Il Nettuno in piazza Maggiore a Bologna, dalla sua angolazione "migliore"!