sabato 22 febbraio 2014

Romanzo o racconto?

“Scrivere narrativa” è un saggio di Edith Wharton che, tra tanti suggerimenti, spiega in modo chiaro la differenza tra la costruzione di un racconto e quella di un romanzo. E che differenza c’è? C’è, c’è, anche se non si vede ad un primo sguardo.
Il romanzo non è un racconto lungo, stiracchiato per le orecchie per aggiungere pagine tra l'inizio e la fine della vicenda e allo stesso modo il racconto non è un romanzo corto, condensato tramite tagli feroci per arrivare ad un concentrato di poche pagine. Sono proprio due “animali” diversi che hanno caratteristiche differenti e vanno pensati e costruiti in modo diverso. Di conseguenza quando abbiamo tra le mani un soggetto dobbiamo cercare di metterlo a fuoco e capire bene se per quel soggetto è più adatta la forma del racconto o quella del romanzo. Ma quali sono le differenze principali?
Immagine di Scrivere narrativa di Edith_Wharton_vanillasnotes


Se il soggetto implica l'evoluzione psicologica del personaggio ed è necessario dare il senso dello scorrere del tempo allora è più adatta la forma del romanzo, perché in sostanza avremo a disposizione più spazio per muoverci e più tempo per far “reagire le sostanze chimiche” che avremo messo in circolo tra le pagine del romanzo. Se invece abbiamo unità di tempo e un unico punto di vista allora è più adatta la forma del racconto. Questa ovviamente è solo una indicazione di massima e non una regola rigida... infatti c'è spazio anche per la via di mezzo ovvero il racconto lungo!
Immagine di Scrivere narrativa di Edith_Wharton_vanillasnotes

 “Che cosa mai sapranno dell'Inghilterra quelli che conoscono solo l'Inghilterra?” è una citazione di Rudyard Kipling riportata nel saggio della Wharton che ci suggerisce un’intuizione fulminante: per scrivere bisogna essere curiosi e conoscere di tutto perché solo conoscendo, vedendo e facendo esperienza di tante cose, aggiungeremo fertilizzante alla nostra fantasia e i nostri neuroni (i miei scarsi... fanno quello che possono) potranno fare click più facilmente e ispirarci con collegamenti insoliti e storie curiose. È un po’ quello che diceva Antoine de Saint-Exupéry: “Bisogna vivere per poter scrivere”, cioè bisogna fare esperienza diretta per poi poterne scrivere.

Immagine di scrivere narrativa di Edith_Wharton_vanillasnotes
Quindi meglio darci sotto e fare incetta di risate a crepapelle, viaggi, gite, punti di vista diversi, pic-nic, passeggiate sotto il sole, litigi strazianti, tuffi in mare, opinioni strampalate, cioccolate calde nelle baite di montagna, corse sotto gli acquazzoni, viaggi aerei last minute, shopping pazzoidi, corsi di musica, lavori manuali, vendemmia, volantinaggio, baby sitting, sale d’aspetto, giri in autobus a casaccio, autostop, sport, fatica fisica, amore e molto molto di più. Guai se la passione per la letteratura e la scrittura ci portassero a chiuderci in casa e a nasconderci dietro pile di libri o a isolarci dal mondo reale standocene per ore davanti ad un monitor (ehm…), perché a quel punto la letteratura avrebbe fallito.

Di seguito lo “schemino” di quanto mi ha colpito del saggio di Edith Wharton (tra l’altro l’ho trovato in edizione super scontata perché si tratta di un remainder, per cui per chi fosse interessato, la spesa è davvero minima).
Immagine dello schema di Scrivere Narrativa di Edith Wharton a cura di Vanilla

Buon week end!
Vanilla

Bibliografia e approfondimenti:
E. Wharton “Scrivere narrativa” Pratiche editrice, 1996

2 commenti:

  1. Vanilla lasciatelo dire i tuoi schemi sono meravigliosi...più o meno come li facevo per preparare gli esami universitari!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono felice ti piacciano!! E' un'abitudine che ho proprio dagli anni della scuola...in questo modo la materia mi entrava un po' più nella zucca! Grazie!!

      Elimina